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Venerdì, 17 Giugno 2016 16:47

Don Gianrico Ordinato Vescovo del Settore Centro

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Ruzza1A San Giovanni in Laterano l’ordinazione episcopale di monsignor Gianrico Ruzza, che diventa ausiliare per il settore Centro, presieduta dal cardinale Vallini
«Non sei chiamato soltanto a suscitare la fede, ad accenderla, ma a motivarla, a fortificarla». Il cardinale vicario, Agostino Vallini, si rivolge a monsignor Gianrico Ruzza, nuovo vescovo ausiliare della diocesi di Roma per il settore Centro e titolare della sede di Subaugusta, durante l’omelia della sua ordinazione episcopale. Gli chiede di «rianimare la fede dei battezzati, ridarle vigore in un contesto culturale in cui è spesso denutrita, poco consapevole, poco motivata e poco vissuta, così che viene meno la coerenza della vita».
Basilica di San Giovanni in Laterano gremita, sabato 11, per accogliere l’ingresso del nuovo ausiliare. Ad accompagnarlo, come co-consacranti nella celebrazione, il vicegerente di Roma, l’arcivescovo Filippo Iannone, e il vescovo Guerino Di Tora, ausiliare per il settore Nord. Attorno all’altare, tredici vescovi, tra cui gli altri ausiliari della diocesi. Il prefetto degli studi del Pontificio Seminario Romano Maggiore, monsignor Mario Pangallo, e don Paolo Ricciardi, parroco di San Carlo da Sezze a Casal Palocco, sono stati invece i due sacerdoti assistenti col compito di presentare il vescovo eletto al cardinale Vallini, che ha presieduto la celebrazione. Ad assistere anche il cardinale vicario emerito, Camillo Ruini.
Prima di imporre le mani sul capo del nuovo vescovo, il cardinale Vallini continua a rivolgersi a monsignor Ruzza, ricordando l’importanza del servizio: «Da Cristo deriva il tuo amore ai fratelli e la tua generosità nel servire. La tua autorità episcopale non è tanto l’espressione più alta della struttura gerarchica della Chiesa, quanto il segno e la trasparenza dell’amore del Signore risorto che edifica la comunità ecclesiale nella carità. Non si è vescovi per se stessi, quasi un titolo di onore e di potere, ma per servire Cristo e la Chiesa». Nella prima lettura, la vocazione del profeta Geremia. Il cardinale Vallini la cita, ricordando che «la chiamata di Dio è una elezione che fonda la vita stessa del profeta. Dio chiama all’esistenza uno che non esiste, lo concepisce e lo fa nascere per una missione specifica». Nella vocazione di Geremia il cardinale rivede «i tratti essenziali della vocazione di un vescovo».
«Caro don Gianrico, anche per te il Signore ha avuto un progetto: prima che tu venissi al mondo, ti ha pensato e ti ha scelto per essere discepolo di Cristo e annunciatore della sua Parola di salvezza». E nei momenti difficili «comprendiamo che, come Geremia, anche tu avverti timore e trepidazione, ma il Signore ripete anche a te: non temere, Io sarò con te. Va dunque avanti con fiducia, abbandonati nella braccia del Padre misericordioso».
Tra i compiti del vescovo, indicati da Vallini, quello di «essere sempre per tutti un punto di riferimento luminoso, dalla sua vita deve trasparire la bellezza della luce e della vicinanza a Dio». Un punto di riferimento per chi «non ha il dono della fede», ma anzitutto per i «confratelli sacerdoti». «A loro la tua porta sia sempre aperta, a loro dedica attenzione e premura per ascoltarli, aiutarli, confortarli, sostenerli». Poi, il vicario del Papa per la diocesi capitolina raccomanda la vicinanza ai «fratelli laici».
Il vescovo «deve dedicarsi al benessere spirituale dei fedeli. Accoglierli, ascoltarli, accompagnarli nella loro formazione è la via per costruire la Chiesa». Infine, l’invito a occuparsi dei poveri, degli ultimi, dei dimenticati e di tutte quelle persone «segnate dalla sofferenza e dalla fatica di andare avanti. A questi fratelli e sorelle mostra il volto del Buon Pastore. Sta loro vicino, allevia, come ti è possibile, le loro pene. E promuovi tra i sacerdoti e i laici l’attenzione premurosa verso di essi».
Una vita spesa sin da giovane per la Chiesa, quella di monsignor Ruzza, nominato da Papa Francesco vescovo ausiliare del settore Centro lo scorso 8 aprile per sostituire monsignor Matteo Zuppi, nuovo arcivescovo di Bologna. Nato nel 1963, è stato ordinato sacerdote nel 1987, a 24 anni. Dal marzo 2006 è stato parroco di San Roberto Bellarmino, la chiesa della quale era titolare il cardinale Jorge Mario Bergoglio fino al 13 marzo 2013, quando fu eletto Papa. Con l’unzione, l’anello, il libro dei vangeli, la mitra e il pastorale vengono consegnati a monsignor Ruzza gli “strumenti” per la sua missione. I momenti di commozione cedono poi il passo agli applausi.
Al termine della celebrazione, il nuovo vescovo, emozionato, pronuncia le sue prime parole da ausiliare. Parole di ringraziamento per «tutte le mie guide sapienti nella via dell’annuncio», rispetto alle quali dice di sentirsi «piccolo». Prima un pensiero al Papa («Percepisco forte l’invito ad annunciare con semplicità e vigore la bellezza della fede, che si traduce nella vita nuova inondata dalla misericordia del Padre»), poi al «popolo che incontrerò». «A tutti i fedeli del centro storico voglio dire che potremo camminare insieme e aiutarci a sperimentare, con tutti i sacerdoti, la gioia di essere cristiani anche in un tempo di fragilità e contraddizioni. Potremo imparare assieme come si accoglie nel nome di Gesù, come si costruisce la fraternità. Camminare assieme ci farà crescere nella fede donataci dal Risorto».
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