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itendees
Sabato, 21 Aprile 2018 06:59

Lo scarto e la salvezza

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commento 22-04-18Che fare davanti ad una umanità dispersa e inferma? Da dove cominciare dopo aver incontrato il risorto, parlato con lui, mangiato con lui? Sono le domande che attraversano il cuore di Pietro e Giovanni, ma forse anche le nostre che siamo qui a camminare sui sentieri della storia carichi delle fatiche e delle gioie dei nostri giorni. Gli atti degli apostoli ci presentano la figura di Pietro pieno dello Spirito. Anche lui come Gesù un tempo, dopo il deserto della passione e del combattimento viene spinto dallo Spirito in mezzo all’umanità ferita dal dolore e dalla morte. E’ il compito della Chiesa di ogni tempo piena dello Spirito; la sua vocazione originaria: raccogliere l’umanità dispersa e ferita e lasciare che il Buon Pastore la guidi e la salvi con la potenza della suo parola e il dono della sua vita. La Quarta domenica di Pasqua ci presenta il Signore nei tratti tenerissimi e significativi del buon bel Pastore. Non ha nome lo storpio guarito alla porta bella del Tempio, anch’essa bella come il buon pastore che dice di se stesso, essere la porta dalla quale si può uscire ed entrare. Quanti anonimi nel volto e nel nome chiedono cittadinanza non solo tra le nostre case ma nei nostri cuori? Quanti uomini donne e bambini sono senza valore, senza considerazione e siedono alle “porte belle” dei nostri confini o naufragano dentro il mare della solitudine e dell’indifferenza? Il Signore vuole farci comprendere che per lui tutti siamo importanti; per tutti egli ha dato la vita; per ognuno egli è la pietra angolare, la roccia su cui aggrapparsi per non affondare dentro i flutti del male. Gesù riporta la pecora smarrita nell’ovile perché il dono di quell’amore gratuito ed affidabile gli insegni ad amare le altre novantanove che sono nel recinto. L’amore evangelico non è fusivo o mercenario, così da non tenere conto della libertà altrui. L’amore che scaturisce dal Vangelo è diffusivo: “Ho altre pecore che non provengono da questo recinto anche quelle io devo guidare”. Come si realizza questo amore? Ascoltando la voce. Ciò che noi ascoltiamo non è solo un insieme di dottrine o di regole del buon vivere. E’ la voce di Gesù che ci ricorda il dono della vita e chiede di essere disposti a donare la vita come lui. Solo partecipando a quel dono saremo in grado di lottare contro i lupi portatori di morte. Anch’io posso essere nella mia casa, nella mia famigli, lì dove vivo “buon pastore” affidabile e generoso.

Davide Carbonaro
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