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Sabato, 01 Dicembre 2018 07:44

Germoglio tra fragilità e forza

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commento 01-12-18Un altro Avvento! Un’altra possibilità di accendere i cuori di speranza, di fissare i nostri sguardi verso un oltre che ci accompagna e ci precede. Il tempo di Avvento, tempo della fragilità e della forza, annunzio di nuove nascite e compimenti. Eccoci Signore davanti a te, ritti in piedi, non piegati davanti al male che ci affascina e a volte ci trascina. Ancora qui a leggere nella tua Parola i segni di una promessa che è gravida di vita perché appartiene a te che sei l’autore della vita. Allora sentiamo come una brezza che ci avvolge, rassicurante, la parola di Geremia, voce dello Spirito che sussurra a questa Chiesa, affaticata e a volte sbiadita, che si lascia compromettere dai richiami del mondo: “Io ho per te parole di bene; progetti di bellezza”. L’Avvento ci rapisce nel bene e nel bello che solo il Padre di Gesù Cristo ci può dire e dare. Allora perché ti affanni, perché ti impigli dentro le pieghe aride della tua umanità fatta di terra. Ascolta la voce della profezia che ti invita a leggere nel “germoglio” la novità che spunta silenziosa, apparentemente insignificante, ma che porta in sé la forza della vita. Di germogli fai fiorire oggi la tua Chiesa Signore! Di nuove nascite che generino la tua presenza nel mondo, che dicano davanti all’ingiustizia, al sopruso, alla violenza dell’umano: “io sono la tua salvezza, la tua giustizia”. Allora comprendiamo quella “sovrabbondanza” dell’amore, quel di più che “rende saldi i cuori”, che ci fa dire: Dio non mi delude ed ogni giorno apprendo la fiducia dalla sua solidità. Egli viene comunque, non mi lascia da solo, non mi abbandona! Ecco il germoglio da proteggere e custodire. Segno di una tenerezza divina che ha in sé la forza dell’abbraccio e la pazienza dell’attesa. “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”. Ma questo già accade come ricorda, l’apostolo Paolo, il Signore viene con tutti i suoi santi ed ogni volta che un figlio della beatitudine evangelica si affaccia sulla terra, anticipa il ritorno di Cristo con la bellezza e la santità della sua vita. Ma in questo atto ultimo e primo della storia, il mistico tempo dell’avvento gravido di vita e di speranza ci accompagna per mano, invitandoci a risollevare il nostro capo guardando alla statura di Cristo, alla misura del suo amore. E’ lui che sigilla la nostra speranza apre il nostro futuro. Il suo nome è “compimento”. Niente è lasciato sospesa nella creazione che grida: vieni! Vieni a riempire di senso la storia, a dare risposte sicure alle fragili attese.

Davide Carbonaro
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