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Sabato, 20 Luglio 2019 12:15

Ospitali

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commento 21-07-19Pensiamo di ospitare l'altro, ma siamo talmente diversi che ognuno pretende parole al posto dell'altro. Difficile, ma vera la legge della ospitalità che ci lega gli uni gli altri ad un Altro. Quando rimaniamo sotto la tenda dei nostri interessi, a difendere giustizia e verità, restiamo ospiti della coscienza che ci appartiene. Ma Gesù, entra come un pellegrino carico della polvere umana, dentro le nostre tende e chiede di essere ascoltato, conseguenza prima dell'essere accolto. I nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza ma ci offrono la grazia che ci salva, canta la liturgia. Ci è chiesto di passare dalla tenda del sacrifico che gratifica, al sussulto del Dio veniente accolto nella nostra fragile carne. Oggi abbiamo Gesù a cena, una ospitalità a volte scontata, ripetitiva, per alcuni noiosa. Dove sta il capovolgimento e la novità del fatto? Non siamo noi ad ospitare; è lui che ospita noi. Spesso arriva non invitato e coglie i nostri volti sorpresi. Eri tu? Non c'è ne siamo accorti! Eppure abbiamo preparato una bella festa, abbiamo sistemato per te un trono a Gerusalemme. Ma lui va a casa degli amici, il suo posto e là ed il nostro è ai suoi piedi, a prenderci quella parte di cielo che egli porta sulla terra. Marta, insieme al fuoco delle pentole, alimenta quello della passione per le cose da fare. C’è affetto per Gesù anche in questo. Maria accovacciata ai piedi del Signore, lascia che la forza delle sue parole riempia il cuore. Scene di quotidiana fratellanza accadono a casa di Marta e di Maria e Gesù non si schiera né dalla parte dell'una, né dalla parte dell'altra. Egli le ama così come sono, con le loro mancanze ed eccedenze. Per ciascuna ha una parola, perché sa che è venuto in casa degli amici non per essere servito ma per servire e dare la sua vita. Smettiamo di fare cose per il Signore e lasciamoci fare da lui, trasformando la nostra fragile tenda, nella casa della divina ospitalità.

Davide Carbonaro
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