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Sabato, 24 Agosto 2019 15:54

Porta stretta

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commento 25-08-19Lo sguardo di Isaia sconfina, sono le ultime battute del suo libro profetico. Dio sceglie servi e serve oltre i limiti nazionali, cultuali: la sua salvezza è per tutti. Tutti fisseranno gli occhi su quella gloria che non è proprietà o identità di pochi. Tuttavia, segnala il profeta, un gruppo di superstiti saranno come il lievito, faranno fermentare la massa. Anche per Gesù ed il piccolo drappello di pellegrini che scendono verso Gerusalemme, la domanda sull’appartenenza ai salvati non è casuale. Una occasione per manifestare che la salvezza non fa appello a luoghi, comportamenti, appartenenze. La salvezza si identifica con la sua persona che percorre le vie dell’umano. La proposta di passare per la porta stretta richiede al discepolo una scelta sostanziale. O accontentarsi della gloria, trasformandosi in un mestierante del divino, o seguire Gesù fino in fondo, egli che passerà per la porta principale di Gerusalemme osannato dalla folla, ma finirà i suoi giorni attraversando la porta stretta della passione. A questa porta che nella geografia della città, e più domestica, meno evidente, riservata alle emergenze, Gesù fa riferimento. Ecco allora l’indirizzo per l’annuncio del Regno e l’emergenza che è posta nel cuore dei discepoli. Senza grandezze, senza meriti e pretese, passano per la strettezza della proposta del Vangelo. La domanda di natura rabbinica ben nota nel tempo, sembra disattesa. Ma Gesù ne approfitta per consegnarci nella parabola i termini di una salvezza oltre le sicurezze contingenti. Perché il padrone non riconosce quei servi, perché hanno cercato uno scampo terreno. Non basta mangiare alla presenza del sacro o ascoltare i suoi profeti nelle piazze. La salvezza che apre le porte secondo le misure di Dio, è quando io mi faccio nutrimento per gli altri, dimora per chi cerca, orecchio per chi invoca. Allora, non sarà necessario essere conosciuti, ma lo riconosceremo. Assomiglieremo così a Lui che si è fatto ospite e pellegrino in questa nostra umanità, passando per la porta stretta della carne. Non accontentiamoci di dare solo un'occhiata alla porta stretta, attraversiamola con gioia, sedendo già ora con Gesù non fra i primi, ma con gli ultimi.

Davide Carbonaro
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