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Mercoledì, 30 Gennaio 2019 10:52

La preghiera per l’ostensione di Santa Maria in Portico

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porti1Venerdì 1 febbraio durante la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Vicario di Roma Angelo de Donatis e la partecipazione della Sindaca  Dott. Virginia Raggi, si ripeterà l’antico gesto della "Ostensione dell’icona di Santa Maria in Portico" accompagnato dall’orazione che celebra i motivi del plurisecolare culto dell’immagine mariana, venerata nell’Urbe con il titolo di Romanae Portus Securitatis (Porto della Romana Sicurezza). Così recita l’orazione: “Dio Onnipotente ed eterno che hai dato a Mosè la legge scritta con il tuo dito sulle tavole di pietra e hai fatto esaltare il serpente di bronzo nel deserto concedi a noi di venerare devotamente questa santissima immagine della Madre di Dio formata dal tuo dito e in questo luogo per mezzo dei tuoi santi angeli mirabilmente esaltata, fa che guardando a lei siamo liberati dalla mortifera peste dell’antico serpente e da ogni altra malattia del corpo”. Il testo fa memoria dell’apparizione in questo luogo della Madre di Dio per mano angelica e la liberazione dal male per quanti contemplano e invocano la miracolosa immagine. Il culto alla Madre di Dio sotto il titolo di santa Maria in Portico, è testimoniato da tradizioni storiche, artistiche e cultuali fin dal VI secolo, L’orazione è stata trasmessa fedelmente nelle Historicae Narrationis dei Chierici Regolari della Madre di Dio, dal tempo del fondatore San Giovanni Leonardi (1542-1609) fino ai nostri giorni. Il testo non fa parte di un formulario liturgico, ma è in funzione dell’ostensione dell’immagine-reliquia di Santa Maria in Portico (considerata dalla tradizione popolare acheropita e più volte condotta in processione per la Città insieme al Volto santo di San Giovanni in Laterano ed altre insigni reliquie). Il rito popolare dell’ostensione è documentato nell’opera di Carlo Antonio Erra (1695-1771) a partire dal XVII secolo. Il testo in latino, di cui sopra la traduzione, fu pubblicato la prima volta nel 1605 da San Giovanni Leonardi nella sua Narratione.
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