Durante i prima dei Vespri che inaugurano la solennità di Santa Maria in Portico nel 1490° anniversario dall’apparizione, mercoledì 16 luglio si è rinnovato l’antico rito dell’ostensione dell’icona di Santa Maria in Portico. Dopo l’antica orazione che ricorda come l’immagine della Madre di Dio è stata “in questo luogo” esaltata dagli Angeli, il parroco P. Davide Carbonaro ha aperto le quattrocentesche porticine che custodiscono l’icona, rendendola manifesta ai fedeli al suono festante delle campane e dell’organo. Di seguito il canto dei Vespri presieduti da Mons. Natalino Zagotto Camerlengo dei Canonici della Basilica lateranense e animati dalla Cappella musicale di Campitelli diretta dal M° Vincenzo Di Betta. Durante la riflessione don Natalino ha ricordato la gratitudine che dobbiamo alla Madre di Dio , per la predilezione che ha per la Chiesa e per questa nostra città di Roma. Così ha proseguito: “Se guardiamo la nostra storia, vediamo di dover ringraziare tante persone che al momento giusto ci sono state vicine e ci hanno aiutato con il consiglio giusto, soprattutto in certe svolte della vita, per cui il nostro cammino ha preso una certa direzione rispetto ad un'altra. Stasera siamo qui per dire grazie ad una persona che si è messa accanto a ciascuno di noi, con verità, volendo il nostro bene, una persona che ci ha suggerito una preghiera, una parola che ha illuminato di luce il nostro cammino. Questa persona che ci è accanto è Maria la mamma di Gesù, la mamma nostra. Maria ci dice che non siamo soli nel nostro pellegrinaggio e stasera quando inizia la sua festa nel cuore della nostra città, ci offre la sua compagnia e ci apre il cuore suo nel titolo, tanto caro al Popolo romano di Santa Maria in Portico. La sua presenza ci è significata da una piccola icona, quasi una carezza calda e materna. Fra Mariano da Firenze già nel 1517 definiva questa icona ‘Pietra di Zaffiro nella quale si vede miracolosamente impressa l’immagine della Vergine e di Gesù bambino’. Da secoli il Popolo romano viene qui per scaldarsi al cuore, al focolare della Madre invocando con fede ‘Santa Maria in Portico, Porto della romana sicurezza. Sotto la tua protezione ci rifugiamo Sancta Dei Genenetrix’. Qui dobbiamo dire il nostro grazie alla madre per quanto ha fatto e per quanto continuerà a fare, discretamente e silenziosamente per la nostra Città. Tutto quello che capita nelle avversità, nelle difficoltà della nostra vita e della nostra Roma, viene, come il vangelo dice di Maria, meditato nel suo cuore, per cui ci sentiamo tutti vicini sotto la sua protezione; noi stessi come lo fu Gesù, siamo pensati, amati, da una madre tenerissima e la nostra vita costituisce la meditazione propria del cuore di una Madre come lei, Maria. Mi viene in mente, fratelli e sorelle, una immagine che Gesù offre di sé, come buon pastore: ‘Io sono la porta delle pecore’. Tutti dobbiamo passare per quella porta che è Gesù stesso. Stasera amo immaginare, e sono sicuro di immaginare bene, stasera amo sperare, e sono certo di non sperare invano, che la porta che è Gesù, sia resa più possibile da raggiungere e da passare, perché siamo qui davanti a lei, la Madre, Santa Maria in Portico, così il suo amore ci rende più visibile la porta e ci spinge tutti tra le braccia del suo Figlio Gesù il buon Pastore. Amen!”. Al termine del Vespro un breve pellegrinaggio ha condotto i fedeli davanti all’Anagrafe di Roma luogo dell’apparizione per un omaggio floreale.
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