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Venerdì, 24 Maggio 2019 08:16

La festa della Visitazione all’origine della fondazione del SS Bambino Gesù

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lact1Non è una coincidenza che la conclusione del Processo diocesano per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione dei Servi di Dio Cosimo Berlinsani e Anna Moroni avvenga il 31 maggio festa della Visitazione, perché in quella stessa festività liturgica, celebrata prima del Concilio Vaticano II il 2 luglio, fu fondata dai Servi di Dio la Congregazione delle Suore Oblate del SS Bambino Gesù: era il 1672. La Congregazione fu così chiamata, a motivo della grande devozione che Madre Anna e Padre Cosimo nutrivano per l’infanzia del Redentore. In molti luoghi la tradizione popolare legò la festività della Visitazione al titolo mariano “delle Grazie” e al culto della Vergine con il bambino Gesù portato in braccio o allattato. Al tempo di P. Cosimo e Madre Anna la Chiesa di Campitelli conservava una popolare immagine della Vergine che allatta il Bambino festeggiata il 2 luglio ed incoronata nel 1651. Dalle cronache si può comprendere come ne esistessero due, una ancora oggi venerata nella Cappella Capizzucchi, l’altra posta sulla porta d’ingresso della primitiva Chiesa di Campitelli andata perduta dopo la nuova fabbrica avvenuta negli anni 60 del XVII secolo. Tuttavia una copia fu riprodotta affermano le cronache dai “padri” in una tela ancora oggi conservata nel Convento di Campitelli. E’ ipotizzabile che P. Cosimo come parroco, si sia occupato di questa immagine mariana che verosimilmente ispirò le intuizioni del testo: La nutrice spirituale di Gesù bambino. E’ interessante dare uno sguardo ai testi pregati da padre Cosimo e da madre Anna in quei tempi. Si possono trovare nel Messale Romano di San Pio V. La messa della Visitazione si apre con l’introito di Sedulio (o Caelius V secolo): “Salve, o Madre Santa, che hai dato alla luce il Re (puerpera Regem): che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli”. Sedulio afferma la maternità regale di Maria esaltando la puerpera che ha dato alla luce il Re. Gregorio Nazianzeno (Poem. Dogm. 18, 58) scrive che, nel presepio, Maria diede alla luce il “sovrano” del mondo intero. L’antifona iniziale raccoglie il commosso omaggio che il popolo di Dio rende a colei che ha partorito il Cristo. E, come le madri che hanno appena dato alla luce ricevono la visita e gli auguri dei parenti e degli amici, così nella liturgia ci accostiamo alla culla del Bambino Gesù e insieme salutiamo e ci congratuliamo con la Madre di Dio. Fanno seguito i versetti del salmo 44: “Liete parole mi sgorgano dal cuore io proclamo al re il mio poema”. Immaginiamo padre Cosimo e madre Anna che pregano davanti a questa immagine cantando i testi liturgici, che conducono al mistero della divina infanzia di Gesù, apice della loro aspirazione spirituale, regola viva della fede che li spinge al servizio nella “Betlemme degli ultimi.
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