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Sabato, 27 Marzo 2021 08:15

Per Passione

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Il Signore chiede di slegare un asino. Immagine profetica della mitezza. Cavalcatura di chi non fa appello all’arroganza del potere, ma alla dolcezza dell’amore. Il Signore ne ha bisogno. Di cosa? Dell’asino? Ogni giorno in quella Gerusalemme turbata e turbolenta, presunti messia cavalcavano animali da soma al grido di Osanna! Ma quella mattina? Il Rabbi di Nazareth, prima di entrare nella Gerusalemme che uccide i profeti e edifica loro monumenti, chiede di slegare il piccolo puledro, perché il Signore ne ha bisogno.  Un gesto profetico che riassume l’intera vita di Gesù, il suo pellegrinaggio tra le strade terrene e polverose, i tanti ingressi nei villaggi per toccare l’umano dolente e bisognoso di salvezza.  Nella sua vita, non ha fatto altro che slegare l’uomo dal male, per legarlo a Dio suo Padre. Questo gesto è sollecitato ai suoi discepoli nella vigilia della passione. Più volte a Pietro e ai suoi Gesù ha detto che, chi lo segue con fedeltà sarà chiamato a legare e sciogliere in terra e in cielo. Eccola l’eredità del Messia lasciata ai suoi e a noi. Comincia la passione di Gesù, ma prosegue la nostra, compiuta nel gesto di legare a lui quanti incontriamo nel nostro cammino verso Gerusalemme. Non esiste pellegrinaggio senza canto e il pio israelita elevando il suo sguardo verso Gerusalemme canta a Dio il suo Osanna, egli che la custodisce fin dalle fondamenta. Salvaci! Mentre la città che accoglie l’eco dell’Osanna si domanda chi è costui? La folla risponde che è il Profeta di Nazareth. Sentenza ancora prigioniera di una salvezza mediata dalla profezia. La risposta definitiva sarà data da uno straniero, da chi non conosceva le scritture e le profezie. Un abitante di quella Roma imperiale che cavalca il potere con la spada e con il sangue. Sarà il Centurione a dire definitivamente l’identità di quell’uomo, nudo, legato sulla croce, caricato di tutto il dolore umano. Costui è il Figlio di Dio. Che cosa avrà visto e udito? Il dolore innocente e la fiducia di Gesù nel Padre hanno slegato il cuore del Centurione, facendolo passare da un’obbedienza che sottomette, a una fedeltà che libera. Entriamo nei giorni più santi inseguendo l’unica passione del cuore, quella che ci fa assomigliare al Figlio di Dio. Pur restando uomini e donne con le passioni che combattono dentro di noi, liberiamo i nostri bisogni autentici, lasciamoci slegare da chi ha legato per sempre la sua vita alla nostra.

Davide Carbonaro

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