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Sabato, 19 Giugno 2021 10:26

Esperto di cuori

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Il cuore dell’uomo è come un abisso, come un torrente infido, difficilmente attraversabile a guado. Siamo in balia delle sue tempeste, le onde lo innalzano con la pretesa di svuotarlo, ma nei limiti s’infrange l’orgoglio dei flutti. Il giusto Giobbe ne ha fatto esperienza, tutti noi portiamo il segreto dell’umano limite: piccola barca che solca i mari e le tempeste della vita. Se l’oscurità dell’abisso ci attrae, è la Voce che viene dall’alto a farci emergere come nuove creature, ad abbracciare di nubi la fragile natura umana. Lo aveva detto il misterioso falegname di Nazareth frequentatore di reti e di barche: Vi farò pescatori di umanità”. Ma per questo mestiere, occorre imparare da lui come attraversare la tempesta e soggiogare l’abisso.  Si può essere esperti di mare, ma non di cuori. E lui lo era! Li aveva pescati i cuori di quei dodici, affascinati dalla sua voce, carichi di stupore davanti ai suoi gesti: Sarà lui il Messia? La domanda, insieme al dubbio circolava. Quel breve tratto di mare inaugura la loro e la nostra fede, il loro e il nostro viaggio. Mare e tempesta sono parabola del fidarsi, dell’abbandonare il sicuro per l’incerto. Questa traiettoria il Maestro segnerà nel cuore dei discepoli di ogni tempo. E’ necessario attraversare la tempesta: è il battesimo che purifica la falsa immagine di un Dio che fa morire i suoi figli, che ruba la vita: “Non t’importa che moriamo?”. Non è questo il Cristo che abbiamo conosciuto alla maniera umana, ma il Dio con noi, mai contri di noi! Lo presero così come era, nota l’evangelista Marco, carico della nostra umanità, di lacrime, di ferite, di fame e di sete, di speranza che Dio finalmente alzi il suo grido sull’orgoglio del male. Si sistema a poppa, nella parte immersa, la prima ad affondare. Lì il Maestro dorme. Immagine evocatrice di un’altra immersione quella nella terra; di un altro sonno, quello della morte. Naufrago nella morte, riemerso alla vita come primizia dei viventi. Certo che gli importa di me e di te! Ma non ci risparmi le tempeste, c’insegna ad amare dentro gli uragani del cuore e ci porta con mano lì, dove i nemici dell’uomo non sanno nuotare.

Davide Carbonaro

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