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Sabato, 26 Giugno 2021 07:31

Il mantello del Maestro

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Gesù è l’unico che può dire una parola definitiva sull’esistenza dell’uomo e sulla complessità della sua vita. L’intreccio dei due miracoli narrati  nella pagina evangelica di Marco, espongono casi che molti di noi possono aver sperimentato o hanno sott’occhio: la sfida nei confronti della malattia o l’ostinazione di un  padre o una madre  che non si arrendono di fronte alla morte di un figlio.  L’uomo davanti a queste provocazioni si trova nudo, incapace, povero. Nella pagina del Vangelo è Gesù a sfidare questo male oscuro. Marco riconosce una continuità tematica fra malattia e morte, l’orizzonte che le fa emergere è il peccato. La malattia della donna oltre ad essere segno di umiliazione è anche condizione di impurità legale (Lv 15,25) e quindi segno di emarginazione. Il desiderio della guarigione la spinge verso Gesù e la porta a compiere ciò che la legge le proibiva: toccare il Rabbì. E’ la prima sfida, quella che nasce dal cuore, la ricerca della guarigione a tutti i costi. La narrazione si poteva interrompere qui, ma va oltre. Gesù non è un mago che dispensa guarigioni a caso. Egli conosce il male che è nell’uomo e può guardarlo in faccia. E’ nel dialogo, nel faccia a faccia, che la donna dice la verità a colui che è la Verità. Solo così la guarigione fisica diventa salvezza e liberazione interiore. Ora la donna può andare in pace consapevole di essere guarita in pienezza.  E’ il tempo a intessere il discorso narrativo che Marco sta conducendo: la donna è malata da dodici anni e la bambina ha dodici anni. Per strada riferiscono al maestro la morte della piccola, con quella rassegnazione tipica dell’uomo, disarmato di fronte alla morte. Durante il cammino, Gesù chiede a Giairo di avere fede. Questi, abituato nella Sinagoga a scrutare le Scritture, ora è chiamato a fidarsi della Parola di Dio. Gesù entra nella casa con il terzetto dei discepoli testimoni privilegiati degli eventi prodigiosi, più  tardi chiamati a essere testimoni del Messia sofferente. Egli  rivendica a sé  la signoria di Dio negando ogni potere alla morte  e affermando  che essa è solamente sonno. Per  la logica umana,  rappresentata dal trambusto e dai piagnoni, la morte è definitiva; per Gesù essa  ha valore provvisorio ed è promessa di vita futura. Alzati: è l’imperativo della risurrezione; con questo  egli compie le speranze messianiche: “Io sono il tuo Dio, ti tengo per la destra e ti vengo in aiuto” (Is 41,13). Nei  Sacramenti della Chiesa, il mantello di Gesù, è possibile incontrare e toccare l’autore della grazia;  essi prolungano nella nostra storia, la sua azione guaritrice e salvifica  compiendo il meraviglioso scambio tra la nostra povertà e la sua grandezza.

Davide Carbonaro

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