L’ara è costituita da un blocco unico in marmo bianco, di forma parallelepipeda, poggiante su una base sagomata composta da una gola dritta, una rovescia e un filarino. La modanatura superiore, disposta lungo il lato frontale e i lati minori, è costituita da un filarino, una gola dritta, una rovescia e un gruppo di tre listelli con taglio diagonale; il piano della mensa, di dimensioni quasi quadrata, presenta una cavità, rozzamente eseguita in età medievale per l’inserimento delle reliquie e protetta da un coperchio in marmo. Sui lati dell’altare si trovano tre cornici vegetali che partono da un cespo, situato al centro della banda inferiore, dal quale si snodano tre foglie acantiformi e due steli che si avvolgono in girali, talvolta abitati da uccelli in riposo o in volo e spesso posti alla congiunzione superiore dei tralci. Sulla fronte dell’altare, una cicogna con le ali spiegate becca un’ape; sul lato destro un passero afferra con il becco un virgulto; sul lato sinistro, un pellicano protende il becco verso l’alto; la facciata a tergo accoglie un maestoso albero di alloro le cui fronde ospitano uccelli in volo o in atto di nutrire i loro piccoli.
Due iscrizioni incise a solco triangolare sul cippo ricordano: la prima la consacrazione “del tempio” - Santa Maria in Portico – da parte di Gregorio VII. La seconda iscrizione riporta, dopo la dedica al “Signore nostro Gesù”, quella effettiva a S. Maria. Alle righe n. 5-7 si trova la datazione della consacrazione dell’altare: l’anno 1073, undicesima indizione, al giorno 8 luglio. L’altra parte di iscrizione contiene un lungo elenco di reliquie: i frammenti della croce di Cristo e della spugna, della croce di Sant’Andrea e di parti delle sue ossa, e le reliquie di altri 21 martiri tra i quali 6 donne.