Ubicata a Via della Misericordia la porta della Chiesa di san Giovanni Decollato, sarà aperta Venerdi 8 aprile alle ore 12.00 dal Vescovo Daniele Libanori. Un semplice rito per quanti vorranno partecipare e bussare al cuore della misericordia di Dio. I fedeli si raduneranno per il canto dell’Ora media, la processione di intercessione dei Santi e il vescovo aprirà la porta battendo con il bastone pastorale. Gesù dice nel Vangelo di essere la Porta del recinto che custodisce il gregge, chi passa attraverso di lui troverà pascolo.  Ci prepariamo alla Pasqua attraverso questo cammino penitenziale, andando incontro alla Misericordia. L’Arciconfraternita che porta il nome della Misercordia ha conosciuto nella sua storia secolare gesti e parole che hanno accompagnato il mistero del dolore e delle morte umana. Parole che nascevano dal conforto evangelico e dalla promessa fatta da Gesù al Buon Ladrone: “Oggi sarai con me in Paradiso”. La pala di Jacopino dal Conte situata nell’Oratorio dove la Confraternita fiorentina  si riuniva, rappresenta appunto il Buon ladro che supplica e il Centurione romano che beve l’acqua ed il sangue scaturiti dal costato di Cristo. La Compagnia della Misericordia nacque l’8 maggio 1488 per volontà di alcuni fiorentini residenti a Roma che assunsero spontaneamente  il pietoso compito di assistere i condannati a morte, confortarli  e indurli al pentimento. Papa Innocenzo VIII rese ufficiale l’istituzione  con la bolla del 23 agosto 1490 concedendo la facoltà di dare sepoltura cristiana  ai corpi dei giustiziati che si fossero pentiti  e l'indulgenza di 25 anni a coloro che si confessavano nel giorno del martirio  del Battista (29 agosto). Con la bolla del 1 febbraio 1540 papa Paolo III accordò alla Arciconfraternita il privilegio di poter liberare un condannato a morte ogni anno. Il giorno della liberazione il reo veniva condotto dalle carceri alla Chiesa di S. Giovanni Decollato e dopo aver ricevuto i sacramenti,  varcava  la piccola porta posta sul lato destro, sormontata dall’incisione “Per misericordiam”, così perdonato poteva riaffacciarsi alla vita come uomo libero.