Stampa questa pagina
Sabato, 27 Giugno 2020 14:07

Profezia domestica

Vota questo articolo
(0 Voti)

Non ha niente la donna, se non una casa sul crinale dell’ospitalità. Accolto il profeta, ospiterà anche la sua parola feconda: avrai un figlio. Quel figlio le sarà tolto e restituito. La Bibbia conosce storie di figli primogeniti donati e ripresi,  da quel Dio della promessa,  che si erge a tutela della vita, mai della morte; che moltiplica il poco facendolo diventare molto.  Storie di profezia domestica,  di cui il nostro tempo ha urgente bisogno, per riappropriarsi di relazioni nuove, ancora sottese tra la parola data e la fiducia che genera alterità. Padre, madre figli, sembra oggi una economia perdente quella che custodisce queste relazioni primarie. E vale la pena dice Gesù, nel mitico discorso del monte, perdersi per ritrovarsi. Forse anche perdersi insieme, con quegli affetti che riteniamo primi, per ritrovarsi e ritrovarli in quell’unico necessario. Così, è meglio amare in perdita, che non amare, o pensare di aver amato. Quei “chi” che la pagina evangelica elenca, sono frecce appuntite nella divina faretra che ci feriscono e risanano. Potenza dell’amore! Sono sussurri all’orecchio di chi è amato, per dire la posta in gioco del dono autentico. Il discepolo ama in perdita come il suo Maestro, con la certezza che madre, padre, figli e figlie, li ritroverà moltiplicati.  Gesù i suoi, li ha persi la sera del giovedì santo, la sua vita l’ha consegnata e l’ha ritrovata, battendo la strada della morte, una volta per tutte e per tutti, ritornando vivo tra i viventi in Dio. E poi ti ritrovo e ti riconosco  mio amato Maestro dal cuore senza confini,  in un piccolo assetato di verità, di futuro, di amore. Ho in mano un bicchiere che ha la capacità di contenere tutta la forza del Regno da te annunziato. Cos’è un bicchiere d’acqua di fronte alla sete dell’umanità? E’ solo un inizio, è solo un contagio d’amore, che moltiplicherà gesti di libertà e di gratitudine. Eccolo il Vangelo in perdita, che ci insegna a non attendersi nulla perché abbiamo già tutto. Quel sorso d’acqua non ci appartiene, è per chi ha più sete di te e di me. Mi sono sempre domandato quale sarà la ricompensa del profeta. Non è calcolabile, né accumulabile, è sprecabile, come il semplice bicchiere d’acqua: tutto e nulla, per chi è pronto ad accogliere.

Davide Carbonaro

Letto 947 volte