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Sabato, 17 Ottobre 2020 13:34

I poveri la moneta di Dio

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Ecco cosa fa Dio di noi quando ci prende per mano e ci lasciamo da lui condurre. Difende, disarma, orienta. L’esilio ci ha sfigurati, la lontananza  dalla terra dei padri sradicati,  il distacco disorientati. Dio con noi. Così ti abbiamo conosciuto. Sono gli esperti delle cose di Dio a far cadere Dio nelle loro congetture e nei vicoli ciechi del potere e delle mezze misure. Così il giovane Rabbi di Nazareth va messo fuori uso, usando la sua stessa sapienza, quella che parla al cuore della gente e che ruba clienti a chi ha fatto del servizio di Dio un guadagno. E’ lecito pagare al potere disumano che ci fa schiavi? La domanda è pertinente e di estrema attualità. Gesù evita di entrare nella questione finanziaria e smaschera le intenzioni di chi con inganno pensa di fargli un complimento: “non hai soggezione di alcuno e non guardi in faccia nessuno”. Sanno che il Rabbi, loro temibile avversario, gioca bene con la verità, materiale che scotta e mette in crisi. Il suo sguardo penetra la maschera di chi con ipocrisia si nasconde dietro la pretesa di difendere il bene comune e l’onorabilità della nazione oltraggiata dal potere nemico. Egli in effetti, guarda il cuore perché sa ciò che è nel suo intimo, conosce le intenzioni buone e cattive dell’umano. La domanda dei presunti “uomini di Dio”, gli offre l’occasione per ricordare quale via seguire, e su chi puntare lo sguardo. Tema terribile quello del denaro, soprattutto quando ha a che fare con il sacro. Si tratta di materia incandescente. Su questo fronte  Gesù è schiacciante, smonta le intenzioni nascoste di chi vuole metterlo alla prova. “Mostratemi la moneta del tributo”. Mostratemela, non la tocca, sa che è roba impura; i lebbrosi, i peccatori gli ultimi li tocca, perché sono la materia con la quale suo Padre genera la misericordia, l’unica moneta che ripaga il sacro. Eppure non sono presenti nel Tempio, non c’è posto per loro, per la moneta dedicata a Tiberio Cesare si! Alla domanda dell’inganno Gesù risponde con una domanda di evidenza, chiede dell’iscrizione e dell’immagine cioè dell’imprinting che l’uomo da allo scambio del dare e dell’avere. Insomma, chiede di non immischiate Dio negli affari umani. Date a Cesare le cose inventate dal Cesare di turno, ma restituite l’uomo a Dio che lo ha creato a sua immagine e somiglianza. “È lecito pagare? avevano chiesto. Gesù risponde impiegando un altro verbo, restituire, come per uno scambio: prima avete avuto, ora restituite. Lungo è l'elenco: ho ricevuto istruzione, sanità, giustizia, coesione sociale, servizi per i più fragili, cultura, assistenza... ora restituisco qualcosa”. Dio non ci ripaga con la stessa moneta ma con suo Figlio, Parola di verità che libera l’uomo da ogni potere che rende schiavi e lo restituisce a dignità e figliolanza.

Davide Carbonaro

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