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Domenica, 25 Febbraio 2024 10:34

Abitare la bellezza

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Anche se i vostri peccati fossero rossi come scarlatto diventeranno bianchi come neve, ammonisce il profeta a più riprese in questo santo tempo di Quaresima. Nella odierna pagina del Vangelo, Marco racconta che sul monte le vesti di Gesù divennero bianchissime. Dio parlando le parole degli uomini ci comunica anche le sensazioni più belle, quelle che possiamo comprendere con gli occhi e con il cuore. Il bianco, la luce, la somma di tutti i colori. In fondo, la Bibbia, non riserva forse a Dio l’atto stupendo di essere il creatore della luce? Si tratta della parola prima che apre il racconto di Genesi: “Sia la luce!”. E Giovanni nelle prime battute del suo vangelo non afferma, che è proprio la Parola rivolta verso Dio ad essere la luce che illumina ogni uomo? C’è una straordinaria continuità e fedeltà nella storia della salvezza e nel progetto che Dio ha, di restituire all’umanità, i tratti della dignità filiale. Il racconto di Marco pone al vertice, su un monte appunto, il profondo desiderio che ognuno di noi ha, di abitare la bellezza. Risposta alla profonda nostalgia del cuore, di cui si fa interprete la voce della Scrittura: il desiderio di un volto e di una voce che vanno oltre l’effimera caducità delle cose che passano.  Una richiesta intima attraversa le pagine bibliche: “Mostraci Signore il tuo volto!”. Questa invocazione, è tra le suppliche più belle della preghiera umana. La sentiamo vicina, consona al desiderio profondo del nostro cuore. Una domanda che parte dalla terra, dall’uomo fatto di polvere e giunge al cielo, dove Dio appare prima dell’aurora, prima di ogni cosa creata. Egli è colui che distende i cieli come scenario di bellezza per suo figlio, l’uomo che ha creato per amore. La luce divina apparsa sul Tabor, riflette sul volto dei discepoli d’ogni tempo. Marco riferisce nel suo Vangelo che Gesù: “Fu trasfigurato davanti a loro”. Quella esperienza segnò la memoria dei testimoni, soprattutto di Pietro che riporta tracce di quel ricordo in una sua lettera nella quale con franchezza afferma la verità dell’evento: Quella luce l’abbiamo vista e “non siamo andati dietro a favole”. “La voce, noi, l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte!”. La luce sorge per noi. Il tempo di Quaresima è un tempo di luce, un tempo favorevole nel quale, attraverso la Parola di Dio: “lampada che brilla” in mezzo a tante oscurità della nostra storia, rischiariamo la profondità del cuore. E’ il tempo riservato all’illuminazione, così i primi cristiani chiamavano il sacramento del Battesimo. La Quaresima nasce come cammino che di luce in luce, porta alla luce della Pasqua di Cristo Gesù: il Figlio, l’amato; che per il dono della sua vita ci rende figli amati. Nella notte santa rischiarata dal tenue chiarore del cero pasquale, la Chiesa canterà la sua gioia in quella luce che rischiara le notti dell’umano vivere, e che Gesù, la stella del mattino, troverà sempre accesa.

Davide Carbonaro

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