Il pellegrinaggio alla Casa di Loreto divenne nella vita e nella spiritualità di San Giovanni Leonardi (1541-1609) ed in seguito dei suoi figli, una vera e propria “metafora della vita spirituale”. I primi biografi ci riferiscono di diversi “Viaggi” compiuti a Loreto. Lì ancora oggi, sono conservate le mura spoglie, che nel silenzio evangelizzano chi vi dimora: Qui il Verbo si è fatto carne e pose la sua tenda in mezzo alla nostra fragile umanità. Possiamo a questo punto  immaginare il Leonardi raccolto nel silenzio, dentro la casa di Maria, pronto a prendersi in carico  quell’annuncio della Salvezza che lì fu rivelato e che, sarebbe diventato nella sua vita, l’annuncio del primato di Cristo. Ritornerà a Loreto prima di venire a Roma, sede della dimora petrina, per la quale Giovanni si porrà in un instancabile servizio. Vi tornerà per chiedere la guarigione  di uno dei suoi figli diletti e tra i primi compagni di fondazione: il giovane Cesare Franciotti.

La memoria di questi viaggi lauretani compiuti dal Leonardi e dai suoi primi compagni,  diventerà una vera e propria “opera di letteratura spirituale”, sotto la penna feconda del Venerabile Cesare Franciotti: Viaggio alla S. Casa di Loreto distinto in dodici giornate (La prima edizione è del 1601) O il Viaggio a Betlemme (nell’immagine l’edizione tedesca). L’esperienza del cammino orante, si trasformerà in un vero e proprio manuale del pellegrino, una sorta di best seller, in uso tra i devoti d’Italia e d’Europa nel XVII secolo. Di queste opere del Franciotti esistono traduzioni tedesche, ad uso di quell’area cattolica, dove la teologia protestante tentava di sradicare la devotio. La spiritualità del “viaggio devoto” ha il suo sostrato negli esercizi spirituali ignaziani, che fissano la concretezza dei luoghi dove la salvezza accade, visitabili non solo fisicamente, ma attraverso la rappresentazione mentale, la meditazione appunto. Ecco come il Franciotti  nella introduzione alla sua opera si rivolge al lettore: “Che questa composizione possa servire tanto facendo viaggio corporalmente a quella Santa Casa, quanto andandovi solamente con lo spirito e col desiderio senza partirsi dalla propria Casa.” Dove per “propria” s’intende la profonda intimità, abitazione del divino in noi.  

Il viaggio a Loreto sarà riproposto nel cuore del 600 da un altro figlio spirituale del Leonardi il Servo di Dio Cosimo Berlinsani che, oltre ad offrirci un’opera sulla divina infanzia nella Nutrice spirituale di Gesù Bambino, scriverà anche lui un “Viaggio a Loreto” soffermandosi appunto su quella immagine consegnata da Luca, che presenta Nazareth come  il luogo: ubi erat nutritus (Lc 4,16). Possiamo notare come la devozione della Casa della Madre di Dio, diventerà il filo rosso che attraverserà la spiritualità e la devozione del Leonardi e dei suoi figli fino ai nostri giorni. Tanto che nel 1662 nella Casa Madre dell’Ordine a Lucca: Santa Maria Corteorlandini, fu edificata una copia della dimora lauretana e  l’immagine della Madonna fu incoronata da Papa Alessandro VII. Nel cuore delle comunità leonardine chiamate appunto “Case” vi è nel più intimo Maria, come nella piccola dimora di Loreto, avvolta dalla dalmatica del servizio, lei che è la “Serva del Signore”. Tutta “coperta” dal Mistero: “Lo Spirito Santo ti coprirà con la sua ombra”. Sono nascoste le mani della Vergine lauretana, mentre sono ben  visibili e benedicenti quelle del frutto del suo grembo Gesù: chiamato così dall’Angelo per la prima volta in quella Casa. (DC)