“Quel che è generato in lei”, non in te Giuseppe! Il giusto di Nazareth genererà il Verbo, ma nella sua fede. Per questo è necessario adeguare il cuore ai sogni e ai segni di Dio. Pagina dalla genealogia ardita quella di Matteo, che tralascia i conteggi umani con le loro strategie di potere per crearne una nuova, dove padri e madri si diventa nella fede. Giuseppe è icona della nuova schiera di rigenerati dall’instancabile “Dio con noi”. L’artigiano di Nazareth, è abituato a smussare angoli a piallare superfici ruvide. Anche lui figlio del seme di Davide, attende la salvezza d’Israele. Ragazzo di bottega i cui sogni sono rivestiti di normalità: una sposa, una casa, un lavoro, dei figli. A Dio piace questa normalità. E come un giorno scrutò il cuore di Davide e lo scelse, ora scorge quello di suo figlio: Giuseppe. Nei suoi sogni forse non c’era posto per il Figlio di Dio, che fa irruzione, con fremito d’angelo, nella notte tormentata dello sposo di Nazareth. Obbedire alla legge e abbandonare Maria al suo destino, o disobbedire alla legge per obbedire alla Vita? Così Giuseppe gioca al salvatore, salvando la decenza: ognuno a casa sua. Ma il sogno di Dio mira ad una salvezza più grande, dai tempi più lunghi. “Dio salva”: è il nome di Gesù consegnato nel sogno dall’angelo. Egli crescerà tra le braccia del giusto Giuseppe, che gli insegnerà il difficile mestiere di uomo. “Non temere”. Già, perché Dio non ci salva dalla paura, ma nella paura. Quel sogno fu un colpo di pialla dato con maestria: Fidati di me Giuseppe! E chi si fida prende la vita tra le mani. In tal modo egli aggiunge la sua fede a quella di Maria sua sposa. In ebraico il nome Giuseppe significa: “Dio aggiunge”. Forse altro modo di dire: Dio con noi. In due si cammina meglio. Più in là Gesù manderà i suoi discepoli due a due per sostenere la fede l’uno dell’altro. Il “secondo”, in una competizione, è il primo degli sconfitti. Giuseppe arrivò sempre “secondo”, fu l'eterno secondo: lo sposo-secondo, il padre-secondo. Fu il “secondo” delle due creature più illustri che il Cielo partorì quaggiù in terra. Ci sono secondi-posti invidiabili: sono posti che valgono oro. E' che si dovrebbe imparare tutti a vivere da stelle: brillare senza oscurare la luce degli altri.
Davide Carbonaro